Gabriele Virag Muselli, noto come Bravo, Bravissimo, incarna perfettamente l’essenza dell’artista poliedrico del XXI secolo. La sua carriera si dipana attraverso una varietà di discipline che riflettono un talento eclettico e una visione artistica senza frontiere.
Nato a Milano nel 1997, Bravo, Bravissimo si distingue per la sua capacità di curare personalmente ogni aspetto delle sue creazioni, dalla musica al design grafico, dimostrando un impegno totale verso l’autenticità e l’integrità artistica. La sua musica, arricchita da testi profondamente personali e riflessivi, invita l’ascoltatore a esplorare i recessi più intimi della sua psiche, stabilendo un legame emotivo unico. La collaborazione con artisti come Assurditè, LU e Labasco testimonia la sua apertura verso sperimentazioni sonore e la capacità di lavorare in sinergia con altri creativi, arricchendo ulteriormente il suo universo musicale.

Dall’altro lato del panorama musicale italiano, troviamo ERMEN, alias Emanuele Sacchi. La sua arte si concentra su tematiche profonde e spesso trascurate, esplorando quegli aspetti della vita che rimangono nascosti, quasi tabù.
La musica di ERMEN è un viaggio attraverso l’animo umano, dove i sognatori, gli eterni secondi e gli emarginati trovano una voce. Il suo approccio stilistico, eterogeneo e sperimentale, punta a demolire le barriere tra i generi, creando un sound unico che rimane allo stesso tempo accessibile e intensamente personale. Il musicista riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, trasportandolo in un mondo dove la vulnerabilità diventa forza e l’oscurità si illumina di speranza.

Entrambi gli artisti rappresentano due facce della stessa medaglia dell’innovazione musicale italiana.
Se da un lato Bravo, Bravissimo esplora l’introspezione personale con un occhio attento al dettaglio estetico, dall’altro ERMEN ci invita a guardare oltre la superficie, esplorando le zone d’ombra dell’esistenza con una sincerità disarmante. Nonostante le differenze stilistiche e tematiche, entrambi condividono un impegno verso l’autenticità e l’espressione personale.


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